Lo stato di necessità potrebbe essere esteso a tutto il Paese.
«L’importante è proteggere i gruppi a rischio e prevenire il sovraccarico degli ospedali», ha spiegato Daniel Koch.
Il resto della Svizzera a un certo punto seguirà le misure intraprese dal Ticino per combattere l’epidemia di coronavirus. È quanto ha dichiarato alla radio SRF Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Koch, esprimendosi nel corso della trasmissione radiofonica “Heute Morgen”, ha detto che lo stato di necessità potrebbe essere esteso a tutta la Confederazione. La Svizzera sta agendo nel modo giusto e la situazione viene presa sul serio. L’importante – ha ribadito – è proteggere i gruppi a rischio.
Solidali con il Ticino – Si può imparare da quanto sta accadendo in Ticino, ha detto ancora. Oltre a tenersi pronti a seguire il suo esempio, bisogna mostrarsi solidali. Secondo Koch diversi Cantoni hanno già offerto aiuto a Bellinzona.
Ieri, nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato ufficialmente la pandemia, il Ticino ha deciso di chiudere tutte le scuole post obbligatorie per contrastare il coronavirus.
Stato di necessità – Lo stato di necessità è previsto fino al 29 marzo e comprende, fra le altre cose, la sospensione di numerose attività non essenziali. Il discorso vale per lo sport, anche a livello agonistico e indipendentemente dal numero di spettatori. Stesso destino per cinema, teatri, discoteche e altre attività di cultura e intrattenimento.
Fonte: https://www.tio.ch |
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